mercoledì, dicembre 27, 2006

 

NOI MORALISTI


Siamo molto invecchiati, negli ultimi 50 anni, e siamo diventati degli intollerabili moralisti. Proprio come quelli che, quando eravamo giovani, detestavamo, più o meno cordialmente.
Non sopportiamo più che, in questa "povera" Italia disastrata, nulla abbia più un senso, nulla corrisponda più ai "cosiddetti" valori in cui, forse un po' ingenuamente, credevamo.
Cerchiamo allora, così costretti, di fare un elenco di questi valori, tanto per capirci.
Credevamo che, dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale, in Italia si sarebbe consolidato l'antifascismo. Sbagliato! Gli studenti di oggi non sanno neppure che cosa sia stato il fascismo! Figuriamoci se conoscono l'antifascismo. Nelle scuole superiori si studia ancora la preistoria, anzichè insegnare l'educazione civica e il significato della nostra Costituzione, nata dalla Lotta di Liberazione e dalla Resistenza.
Credevamo nella tolleranza e nel riconoscimento del "diverso" nell'ambito di un civile e democratico dibattito dialettico delle idee, pur sempre, però, all'interno della irrinunciabile radice antifascista. Sbagliato! Viviamo tempi di grande intolleranza: il qualunquismo dilagante, alimentato dalla merda che ci propongono quotidianamente le varie televisioni, alimenta fortemente il razzismo e la xenofobia e il risorgere di "fascismi" e "nazismi" di varia natura, spesso tollerati e protetti.
Credevamo di poter condividere alcuni "valori laici" del cristianesimo, quali, per esempio, la fratellanza e il rispetto verso gli altri. Sbagliato! Gli autoproclamatisi ufficiali detentori della democrazia e della libertà massacrano, quotidianamente, in tutto il mondo, in nome della "civiltà occidentale", coloro che cercano disperatamente di far valere i propri diritti di uomini emarginati e derelitti. Dobbiamo continuare? No, basta.
Nel momento in cui finalmente Welby è riuscito a morire, alla faccia dei benpensanti ipocriti e bugiardi che dai vari pulpiti (non solo chiesaioli) hanno cercato a tutti i costi di prolungare sine die i suoi tormenti in nome di "valori e principi" disumani, in questo momento noi rivendichiamo il nostro diritto di essere moralisti alla vecchia, detestabile, antistorica maniera.
E ne siamo contenti.

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